Sembra incredibile, ma ancora oggi esistono persone che ritengono i gatti neri portatori di sfortune e animali dai quali è bene tenersi alla larga. Non solo, secondo un’ispezione del 2018 della Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals (ente benefico operante in Inghilterra), i gatti neri rimangono più tempo nei rifugi in attesa di un’adozione rispetto, ad esempio, ai più conosciuti gatti rossi. Ma perchè succede questo? Da dove derivano le “paure” verso questo felino?
Prima di tutto bisogna partire dal presupposto che il colore nero suscita nell’animo umano un senso di insicurezza: di fatto nel buio possono nascondersi molte delle nostre paure e niente spaventa di più di ciò che non si vede. Cercando di mettersi nei panni di popolazioni contadine di altri tempi, veder apparire di colpo, di notte, una figura sfuggente e silenziosa, con occhi gialli che brillano alla luce della luna, sicuramente poteva creare momenti di spavento. Ora sappiamo che è grazie al tapetum lucidum, una membrana cristallina situata dietro la retina che riflette la luce come uno specchio che il gatto riesce a vedere anche in situazioni di flebile luce ma agli occhi dei passanti ignari poteva sicuramente suscitare delle emozioni contrastanti. Questa caratteristica non è l’unica cosa che ha portato il gatto nero ad essere perseguitato nei secoli. E’ purtroppo parlando del Cristianesimo che troviamo i più crudeli atti commessi nei confronti dei gatti. Nel XII secolo iniziò un lento calvario per questo felino nero, quando le autorità ecclesiastiche diffusero l’identificazione del gatto nero con Satana: anche se in realtà tutti i gatti erano ritenuti servi di spiriti demoniaci, del gatto nero si pensava che prendesse dal diavolo il suo nero mantello. Inoltre, il nero, era il colore delle tenebre, delle forze infernali, dell’occulto e del lato oscuro. Nello stesso periodo ci fu l’associazione dei gatti con la figura della donna, probabilmente perchè erano coloro che si prendevano più cura di questi felini per una misteriosa affinità naturale che veniva però vista come un legame demoniaco, che rendeva le donne libere di ribellarsi e non più soggiogate dalla figura maschile. Per questo i gatti e le donne vennero perseguitati per secoli (dal 1000 al 1700) subendo torture e sevizie di ogni tipo. Milioni di gatti e centinaia di migliaia di donne vennero brutalmente uccisi in tutta l’Europa occidentale. Il legame strega-gatto nacque con la bolla papale “Summis Desiderantes”, emanata da Papa Innocenzo VIII, che servì da base per il “Malleus Maleficarum” (Martello delle streghe), una guida utilizzata dagli inquisitori per “riconoscere” i sintomi di stregoneria in una donna (fra questi prendersi cura di un gatto). E’ un miracolo che i gatti non siano andati incontro ad un’estinzione di massa nei paesi dove era presente il Cristianesimo e che qualche gatto nero sia sopravvissuto ai massacri. Di fatto, oggigiorno, In Europa occidentale, è difficile trovare un gatto che sia completamente nero.
Venendo a conoscenza di tutto ciò, sembra sempre più incredibile che di questi tempi ci siano superstizioni così radicate, eppure le associazioni mentali negative verso i gatti sono tuttora difficili da sradicare.
Ancora oggi nella notte di Halloween è pericoloso lasciare uscire i gatti, specie se neri o bianchi, perché possono andare incontro a culti pagani, in particolare quelli che prevedono riti satanici, che prevedono sacrifici animali. E’ auspicabile tenerli a casa per quella notte in particolare.
Cosa possiamo fare noi per sradicare certe usanze e convinzioni ormai obsolete e dannose per questi felini? Prima di tutto conoscere più cose possibili sui gatti, seguendo solo fonti autorevoli e certificato e diffondendo il sapere con chi è disposto ad ascoltarci. In secondo luogo, impariamo a non dare priorità al colore del manto di un gatto quando vogliamo procedere ad un’adozione, ogni gatto è un individuo unico, con un carattere e una storia personale unici ed è la loro personalità che dobbiamo ammirare, non il loro colore.
Nel corso dei secoli abbiamo imparato molte più cose sui nostri felini domestici ma è importante diffondere le giuste informazioni senza perdersi in ciò che il gatto simboleggia, soffermandoci piuttosto su ciò che realmente è: un animale forte e indipendente ma allo stesso tempo delicato che può, se rispettato, diventare un meraviglioso e unico compagno di vita.
Articolo scritto da Roberta Catani, Consulente in Cultura Felina®